Carlo Atti 4et plays Coltrane

Presentazione di libri ed incontro con gli autori.

Carlo Atti, sax tenore
Danilo Memoli, piano 
Marc Abrams, contrabbasso
Enzo Carpentieri, batteria

Il quartetto si muove in un’area stilistica profondamente ispirata alla tradizione degli anni ’50 – ’60, attingendo sostanzialmente dal repertorio di Coltrane e altre composizioni di jazzisti di importanza cruciale per la storia e l’evoluzione del linguaggio jazzistico.

Biografia 

Carlo Atti è uno dei sassofonisti più autentici della scena jazz italiana, collaborando con artisti come Larry Nocella, Luciano Milanese, Giancarlo Bianchetti, Gianni Cazzola, Bobby Duhram, Hal Galper, ma con collaborazioni anche extra-jazz con Rossana Casale, Lucio Dalla, Freak Antoni degli Skiantos. 
Prende parte a diverse incisioni come in “Lucky Serenade” con Luciano Milanese, Andrea Pozza e Bob Braye, con Bob Mover in “Sweet Beat”, con Emanuele ombardin in “The best thing for you” e nell’album “Urlo” di Massimo Urbani. 

Danilo Memoli è pianista ben noto nel panorama jazz italiano ed europeo; ha registrato come sideman e a proprio nome, dal ‘90 collabora con Steve Grossman, Dave Schnitter, John Mosca, Robert Bonisolo, Gianni Cazzola, Bob Sands, Kurt Weiss. E’ leader del Newropean Quartet, con cui ha pubblicato vari dischi.

Marc Abrams nasce a New York nel 1958 e si trasferisce in Italia negli anni 80 collaborando da subito con musicisti del calibro di Pietro ombar e Massimo Urbani. Tra le varie incisioni ricordiamo quelle con Chet Baker, Karl Berger, Tony Lakatos, Al Foster, Steve Lacy, ha collaborato con Kenny Clarke, Gil Evans.

Enzo Carpentieri, batterista, freelance, ha suonato con Art Farmer, Sal Nistico, Tony Scott, Massimo Urbani negli anni ‘80, incide dischi con Franco Cerri, Gianni Basso, Herb Geller, in ambito moderno con Greg Burk, John Tchicai, Rob Mazurek, di recente ha suonato con David Murray, Markus Stockhausen

Sinossi

“All’inizio degli anni 90 il grande sax tenore Steve Grossman si era appena trasferito dagli Stati Uniti a Bologna creando così un grande movimento intorno alla sua carismatica figura. Ci si trovava al “Chet Baker”, luogo di massimo fermento della scena jazz bolognese, dove musicisti come Massimo Urbani, Piero Odorici, Andrea Pozza, Marco Tamburini e il grande Sal Nistico, militavano nelle fila di quella corrente hard bop che attirava nuovi talenti del jazz, primi fra tutti il giovane Carlo Atti. E’ proprio al centro del ciclone che Atti, Abrams, Memoli e Carpentieri si incontrano per le prime volte dando vita ad un sodalizio che dura ormai da molti anni convogliando le più diverse esperienze in un unico interplay che ancor oggi suona brillante.”